Problema amianto: come muoversi per la bonifica

La parola amianto indica diverse sostanze appartenenti alla famiglia dei silicati e deriva dal greco che letteralmente significa inattaccabile ed incorruttibile. Le diverse tipologie di amianto hanno una struttura microcristallina ed hanno un aspetto fibroso.
L’amianto si trova in natura e viene estratto dalle miniere o dalle cave dopo la frantumazione della roccia madre.

La più famosa caratteristica dell’amianto è quella relativa alla sua resistenza a temperature molto alte, ma ha anche tante altre caratteristiche che lo rendono utilizzabile in diversi settori industriali grazie alla sua incredibile filabilità ed elasticità che lo rendono un eccellente fonoassorbente, oltre a possedere una grande resistenza agli agenti biologici, chimici, alla trazione ed all’usura.
Le varie tipologie di amianto fanno parte di due grandi gruppi, il gruppo anfibolo ed il gruppo serpentino. A quest’ultimo appartiene il crisotilo mentre al gruppo anfibolo appartengono l’actinolite d’amianto, gru eri te d’amianto, antofillite d’amianto, tremoliate e crocidolite di amianto.

Pericolosità dell’amianto

Non è tanto la presenza di tale materiale a rappresentare un pericolo, quanto il fatto che tale sostanza, se sollecitata, potrebbe liberare delle fibre nocive se vengono inalate, causando diverse patologie. L’esposizione all’amianto non proviene esclusivamente dal lavorare in particolari settori industriali, ma anche dalla produzione o utilizzo di coperture in Eternit o la vicinanza a fonti di produzione.

Grazie alle norme legislative, l’unica esposizione all’amianto consentita è quella dei lavoratori che lavorano nelle aziende che si occupano della rimozione dell’amianto dagli ambienti contaminati e nelle aziende che si occupano di bonifica. Tali lavori particolari sono regolati da norme rigide che riguardano la protezione dei lavoratori, in particolare le maschere a doppio filtro, il vestiario e le mascherine a perdere. Intercorre un notevole lasso di tempo periodo tra l’esposizione all’amianto e la comparsa delle patologie che essa comporta.

Le patologie

Come accennato in precedenza, esistono molteplici patologie derivanti dall’esposizione all’amianto: esistono condizioni patologiche maligne e benigne. Tra queste ultime rientrano le placche pleuriche, il versamento pleurico e l’ispessimento pleurico diffuso.
Le patologie maligne causate dall’esposizione all’amianto sono il carcinoma polmonare, l’asbestosi e il mesotelioma.

L’esposizione all’amianto può causare effetti cancerogeni ai polmoni, per questo motivo il carcinoma polmonare è molto comune. L’amianto può essere cancerogeno anche per il mesotelio e la maggior parte dei tumori mesoteliali è inerente la pleura. Il mesotelioma pleurico è un tumore maligno e colpisce anche chi viene esposto all’amianto indirettamente perché residente in luoghi caratterizzati dalla presenza di miniere di amianto, di industrie che lavorano l’amianto o che hanno i familiari che lavoravano a stretto contatto con l’amianto o che sono entrati in contatto con esso a causa delle fibre depositatesi sugli abiti dei propri familiari. La diagnosi di mesoteliomi nei familiari dei lavoratori che si trovano a stretto contatto con l’amianto fa pensare che anche basse concentrazioni di fibre d’amianto possono risultare alquanto pericolose.

La bonifica

In Italia ci sono diverse aziende che trattano la bonifica dell’amianto, che si può effettuare in vari modi e le procedure più utilizzate sono tre: rimozione, incapsulamento e confinamento. La rimozione consiste nel debellare materialmente l’amianto e, ad oggi, è la procedura più efficace e, di conseguenza, più utilizzata ma al contempo è quella che mette maggiormente a rischio i lavoratori coinvolti.

Altri problemi sono legati alla grossa produzione di rifiuti tossici, che necessita di procedure di smaltimento costose e alquanto lunghe. I costi relativi allo smaltimento sono, in linea generale, i seguenti:
– per 50 metri quadrati il prezzo oscilla tra i 20 Euro e i 25 euro al metro quadro;
– per 100 metri quadrati dai 15 Euro a 22 euro al metro quadro;
– per 200 metri quadrati dai 12 Euro ai 17 euro al mq;
– per 500 metri quadrati dai 10 Euro ai 14 euro al metro quadro.

La tecnica dell’incapsulamento dell’amianto consiste nel trattare lo stesso con sostanze ricoprenti o impregnanti. In poche parole si tratta di creare una pellicola che funge da protettivo sulla superficie esposta. Questa procedura ha un costo inferiore rispetto a quella della rimozione e l’esposizione all’amianto che i lavoratori devono sopportare è più contenuta. Il problema di tale procedura è che l’incapsulamento si può alterare, compromettendone l’efficacia. Il prezzo dell’incapsulamento varia sia in base alle dimensioni della superficie da trattare, che all’accessibilità di essa, alle difficoltà derivanti dal trattamento e da altri fattori.

Infine, il confinamento si basa sul posizionamento di una barriera a tenuta, destinata a separare le aree utilizzate in un edificio da quelle nelle quali si trova l’amianto. Questa procedura viene associata di solito all’incapsulamento poiché il confinamento crea una barriera che previene le molteplici sollecitazioni che causano il rilascio di fibre d’amianto. I costi di questa procedura sono abbastanza bassi, ma è necessario effettuare molti controlli e manutenzioni.

Se la procedura di confinamento non avviene assieme all’incapsulamento, nel perimetro dell’area confinata, ci sarà sempre il rilascio di fibre di amianto e, di conseguenza, la procedura di confinamento deve necessariamente essere a tenuta.

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